Romano Mattè
Nel torneo olimpico di Sidney 2000, l’Italia di Claudio Gentile ha incontrato la nazionale del Mali. La cosa potrebbe lasciare indifferenti. E’ normalissimo incontrare, in occasione dei Campionati del Mondo o delle Olimpiadi, nazionali africane o asiatiche praticamente sconosciute, con calciatori dai nomi impronunciabili ma che spesso possono riservarci brutte sorprese (Corea in Inghilterra nel 1966, Haiti in Germania nel 1974). Tuttavia è accaduto qualcosa di incredibile perché in Australia si è respirata l’aria del Donato Vestuti: la Nazionale del Mali, infatti, aveva in panchina Romano Mattè, all’anagrafe Demattè.
Giunto in Africa nell’estate del 2000, dopo aver vinto la concorrenza di allenatori di mezzo mondo, il nostro eroe ha proseguito la tradizione che vede le nazionali africane dirette da tecnici italiani alla ricerca di panchine esotiche, seguendo nell’ordine Franco Scoglio, l’indimenticato “Professore”, allenatore della Tunisia, e Beppe Dossena, grande centrocampista ex Toro, allenatore del Ghana.
Mattè avrebbe dovuto preparare la squadra in vista della Coppa d’Africa 2002, avvenimento molto seguito nel continente, una vetrina per calciatori ignoti ai più e desiderosi di approdare nel quotato calcio europeo. Nonostante gli ottimi risultati (sconfitta di misura con la Cina a Pechino e uscita dalle qualificazioni mondiali senza subire sconfitte), Mattè venne esonerato.
Ve lo ricordate a Salerno? Baffettino sottile e capelli sempre a posto, grazie a quintali di brillantina. Giunto in sostituzione di Giammarinaro, ci fece sognare fino alla fine del campionato 1981/82, cosa che accadeva raramente. Impostò la formazione in modo molto “quadrato”, puntando su ripiegamenti compatti e contropiedi fulminanti.
Diverso dagli altri allenatori che si erano accomodati sulla nostra panchina, fu inoltre il primo a parlare di “giocatori che devono fare spogliatoio, punti che servono a muovere la classifica, squadra tonica e pallica“. Dopo la sconfitta di Giulianova, partita che dovevamo assolutamente vincere per sperare nella promozione in B, e che perdemmo addirittura, cadde in disgrazia e l’anno successivo non fu confermato da Filippo Troisi. Di lui ci resta una famosa battuta. Quando si presentò al Presidente – “Piacere, Mattè Romano” – pare che Filippo abbia risposto: “Piacere, Troisi da Pontecagnano”.
[foto di copertina da sportmain.it]