Nati al Vestuti

Palloni di una volta

I ragazzi di oggi non solo usano i palloni per il gioco. I palloni si collezionano. Ogni club ha il suo pallone. C’è il pallone per il centenario della squadra, quello per celebrare la vittoria del campionato, quello dell’esordio in Champions. Praticamente, una volta acquistati, questi palloni finiscono in bacheca senza mai avere il piacere di provare una bella “ponta paesana” (tiro con la punta del piede, piuttosto grezzo e mal calibrato, proprio di chi non è molto dotato tecnicamente). I Nati al Vestuti avevano poco da scegliere.

Miniball

Piccola palla con scacchi neri e sfondo bianco, rosso o azzurro per ricordare i colori di Juve, Milan ed Inter. Utilizzata per sfidette in spazi molto ristretti, aveva un piccolo inconveniente. Quando si sgonfiava era difficilissimo ripristinarne il volume precedente. In genere ci si rivolgeva al gommista. Se però l’operazione di gonfiaggio si protraeva anche di un solo decimo di secondo oltre il dovuto, la miniball si trasformava in un pericoloso strumento bellico. Chi veniva colpito stramazzava al suolo in preda a dolori lancinanti. Alcuni ribelli del centro Africa le utilizzavano in sostituzione delle più costose palle di cannone. Prezzo: 150 lire.

Supertele

Pallone leggerissimo, raramente veniva utilizzato per giocare anche perché diventava inutilizzabile già dopo un paio di ore. Era così leggero che in presenza di vento forte restava sospeso in aria e quindi era possibile giocare solo di testa. In caso di contrasto violento, poi, la valvola schizzava via come un proiettile. La signora Fletcher ha scritto un giallo in cui l’assassino, saltando pesantemente sul Supertele, utilizzava la valvola per compiere il delitto. Il libro però non è mai stato pubblicato perché a Cabot Cove tutti ignoravano l’esistenza di quel pallone. Prezzo: 250 lire.

Super Santos

Il principe dei palloni, insostituibile per le sfidette per strada. Presente in ogni casa, di colore arancione, nelle scampagnate era necessario personalizzarlo per non fare confusione ed impossessarsi del pallone del vicino (o per evitare che fosse lui ad impossessarsene). Non si riusciva a giocare se non si era in possesso di fiamma ossidrica: infatti, il retino in cui il pallone era venduto era realizzato con materiale resistentissimo che non era possibile sventrare con le sole mani. Prezzo: 500 lire.

San Siro

Il re indiscusso. Non veniva utilizzato in strada ma solo sui campi “seri”, dove era possibile azzardare anche un 7 contro 7. Pesantissimo, infatti, se colpiva lo sportello di un’autovettura era poi necessario l’intervento di un buon carrozziere per riparare il danno. Prezzo: 1.500 lire.

[foto di copertina da orticalab.it]

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