I fantastici undici del torneo 81-82
Roberto Marconcini, il portierone, riuscì a mantenere l’inviolabilità per più di 900 minuti, record in serie C. Fu appiedato dall’epatite virale per un paio di mesi, sguarnendo una difesa già priva di Mauro Della Bianchina, il fortissimo stopper che se ne andò all’indomani della batosta di Ponticelli contro il Campania (nel 3-1 dell’Ottobre 1981 fece anche autogol). Fosse rimasto, il campionato avrebbe avuto un esito diverso.
Non avremmo potuto però vedere all’opera un certo Maurizio Di Fruscia, “francobollatore” di centravanti. Angelo Del Favero, gran tiratore da fuori e rigorista, era il classico libero, condottiero di tante battaglie. Vincenzo Leccese svettava nel ruolo di terzino di contenimento, in pochi riuscivano a farla franca. Andrea Mattolini, invece, era il fluidificante. Di lui si ricorda la grande partita contro la Nocerina (4-1), con gol e soprattutto placcaggio di un tifoso rossonero invasore di campo.
Vincenzo Zucchini era il capitano. Fu grande trascinatore nonostante l’età, mise a disposizione l’esperienza maturata in anni di B a Pescara. A centrocampo, assieme a lui, 3 pedine più che affidabili: Paolo Chirco, il mediano insostituibile; Roberto Chiancone, uno dei pochi salernitani a fare bene in granata, nonostante le continue ed immeritate contestazioni; Fabio Vulpiani, limitato fisicamente ma dotato di grande intelligenza tattica. Sua la rete del 2-0 casalingo ai danni del Taranto, nell’incontro che segnò l’inizio della riscossa con Mattè dopo la pessima gestione Giammarinaro.
Giovanni Zaccaro era il cannoniere implacabile, Muzio Di Venere il “10” tutto genio e sregolatezza. Nicola Iannamico, attaccante, e Gigi De Canio, difensore, furono ceduti dopo poche giornate (e 3 incontri disputati). Giovanni Carlo Ferrari, invece, giocò almeno una decina di partite nel ruolo di attaccante (segnò diversi gol con la maglia dell’Avellino) ma fu messo fuori squadra. Rientrato a Taranto, nel Marzo 1982, la squadra perse male (ironia della sorte, proprio contro la squadra della “riscossa”) e Mattè lo escluse definitivamente.