Nati al Vestuti

Bomber di razza

Cannoniere vero è stato sicuramente Miguel Vitulano, o Miguel Sandokan vista la somiglianza con l’eroe salgariano interpretato da Kabir Bedi. Un solo anno a Salerno ma sufficiente ad entrare nel cuore dei tifosi. Ricordiamo la scritta di Via Galloppo, la vecchia sede: “Esposito, Miguel non si tocca”. Invece Miguel fu toccato eccome e fu ceduto al Livorno. A Livorno esiste una squadra che porta il suo nome, unico caso in Italia, in ricordo di un suo gol in un derby col Pisa.

Ceduto Vitulano nell’estate del 1976, la Salernitana ebbe la presunzione di affrontare il campionato con Francesco Colombo, Ezio Musa e Sergio Di Prospero. Fortunatamente, a sollevare le sorti della squadra ci pensò Lucio Mujesan, pupillo del giornalista Gigi Amaturo, giocatore con discreta carriera tra A e B (Roma in particolare). Approdato a Salerno a fine carriera, fra lo scetticismo generale, oltre a segnare fu anche promosso allenatore/giocatore nell’Aprile 1977 dopo i licenziamenti dei vari Facchin, Masiero e Regalia.

Altro idolo della curva fu Costante Tivelli. Proveniente dal Crotone, ma soprattutto da un paio di stagioni disastrose, vinse la classifica cannonieri grazie ad un numero imprecisato di rigori, molti dei quali procurati abilmente con tuffi colossali. Ceduto dopo un solo anno, realizzò la prima delle 2 reti con cui con la Cavese vinse al “Meazza” contro il Milan nel 1982 in B. A proposito di Cavese, Gabriele Messina arrivò a Salerno insieme ad una pattuglia di “aquilotti”: la sera dell’annuncio, alcuni tifosi si dettero da fare per coprire scritte ingiuriose nei suoi confronti in zona stadio. Memorabile, da avversario, un suo duello con Di Fruscia, caratterizzato da fallacci e “tirate di baffo reciproche”.

Completava la coppia d’attacco l’indimenticabile Vanni Moscon, meno bravo di Messina ma cuore immenso. In una partita in cui la Salernitana aveva già terminato le sostituzioni, lui, infortunato e zoppicante, tenne sempre in allarme la difesa avversaria.

Santo Perrotta era un folletto dell’area di rigore, una sorta di “Juary” calabrese. Per Totò De Vitis tutti in piedi ad applaudire, tra i giocatori più forti dell’era moderna del Vestuti. Sfortunatamente, lo abbiamo ammirato un solo anno. Si presentò con una legnata da 30 metri all’incrocio, sotto la Sud. Chiudiamo con Giovanni Zaccaro, il bomber con più di 50 reti all’attivo in granata. Giunto a Salerno dopo il fallimento della società, si affermò nel torneo 81/82, bagnando la stagione con un eurogol al Livorno sul neutro di Avellino.

[foto di copertina da violanews.com]

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